Discorso davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
Discorso della presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter

Video
Karin Keller-Sutter, President of the Swiss Confederation, addresses the general debate of the 80th Session of the General Assembly of the UN
Fa fede la versione orale
Signora Presidente dell’Assemblea generale,
Signor Segretario generale delle Nazioni Unite,
Eccellenze,
Signore e Signori,
ottant’anni fa il mondo entrò in una nuova era, migliore di quella precedente. Il 27 gennaio 1945 fu liberato il campo di concentramento di Auschwitz. L’8 maggio 1945 segnò la fine della guerra in Europa. Il 25 giugno 1945, ancor prima della resa del Giappone, a San Francisco 50 Stati adottarono la Carta delle Nazioni Unite.
Cinquanta Stati fermamente decisi, e qui cito dalla Carta, «a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità».
Dalle macerie della Seconda guerra mondiale è emerso un nuovo ordine internazionale fondato sulla convinzione e sulla volontà comuni di riportare la pace e la prosperità nel mondo. Anche le Convenzioni di Ginevra del 1949, che proteggono le vittime dei conflitti armati, sono nate in risposta agli orrori di quel periodo.
In quegli anni furono gettate le basi della democrazia, dello Stato di diritto e dell’economia di mercato che caratterizzarono i decenni successivi. Le stesse basi, nonostante tutti i limiti e le difficoltà, hanno favorito la cooperazione internazionale, il libero scambio, la pace e il diritto internazionale. Non voglio tracciare parallelismi storici, ma senza ombra di dubbio si può affermare che celebriamo l’ottantesimo compleanno delle Nazioni Unite in un momento di nuovi sconvolgimenti politici ed economici estremamente violenti.
Un momento in cui imperversano nuovamente troppe guerre e la popolazione civile patisce sofferenze insopportabili. Un momento in cui una pace giusta e duratura nel Vicino Oriente e in Ucraina sembra ancora molto lontana e in cui, anche in Europa, si rafforzano le tendenze autocratiche. Un momento in cui il libero scambio è messo alla prova e in cui il rispetto del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite, rischia, in ultima analisi, di restare lettera morta.
Questi sconvolgimenti non vengono dal nulla, ma sono il risultato di sviluppi con origini in parte lontane, cui, retrospettivamente, troppo a lungo non si è dato il giusto peso. Bisogna essere onesti: si tratta di sviluppi che non hanno risposte facili, né sul piano internazionale né su quello nazionale. E non basta ribadire per l’ennesima volta, e solo nei discorsi, i meriti di una determinata forma di Stato, dello Stato di diritto, del diritto internazionale, del libero scambio e del multilateralismo.
No, se vogliamo superare le sfide dobbiamo intensificare gli sforzi. Che valore hanno tutte le conquiste civilizzatrici se non contribuiscono concretamente alla libertà, alla sicurezza e al benessere; se i loro meriti non sono tangibili per le persone nella loro quotidianità?
Dobbiamo evitare questi due errori:
- in primo luogo, puntare il dito soltanto verso gli altri Stati;
- in secondo luogo, lasciare che le organizzazioni internazionali facciano tutto da sole, fingendo che siano una realtà da noi separata.
Signore e Signori,
dobbiamo iniziare ad agire laddove da subito possiamo garantire la libertà e contribuire alla sicurezza e al benessere. E in genere ciò significa iniziare da noi stessi, a casa nostra. Non fraintendetemi: non si tratta né di elogiare l’egoismo nazionale, né di condannare il multilateralismo!
Al contrario: la Svizzera è convinta dell’importanza del multilateralismo, delle organizzazioni internazionali e delle Nazioni Unite per la convivenza pacifica dei popoli, per la prosperità economica mondiale, per la soluzione di sfide come la migrazione, i cambiamenti climatici, la digitalizzazione, nonché – e parlo da ministra delle finanze – per garantire la stabilità finanziaria globale. L’anno scorso abbiamo adottato insieme il Patto per il futuro, impegnandoci con convinzione a favore del multilateralismo. L’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è uno dei pilastri. L’attuazione di questi due accordi deve essere una priorità.
La Svizzera è inoltre convinta che Ginevra possa dare un contributo unico alla realizzazione di questi obiettivi. In qualità di primo centro operativo dell’ONU, Ginevra raggruppa ampie competenze in materia di tematiche cruciali per il nostro futuro, in particolare legate all’umanità e all’innovazione. Si tratta di un ecosistema unico nel suo genere, ideale per riflettere, discutere e agire di concerto. Tuttavia, affinché un’organizzazione internazionale sia forte, devono essere forti anche i suoi membri.
E quando dico forti, non intendo forti per dimensioni o potenza militare. Intendo Paesi che sono in grado di fare sì che i loro cittadini possano realizzarsi, e direi anche esprimersi, liberamente e in sicurezza. Una sicurezza non solo militare, ma anche giuridica, economica e sociale. Sicurezza e libertà sono i presupposti più importanti dello sviluppo economico e quindi della prosperità.
Ciò richiede istituzioni giuridicamente affidabili, prevedibili e capaci di agire. Richiede stabilità politica, sociale e finanziaria. In questo senso ogni Stato deve anche assumersi le proprie responsabilità. Non possiamo semplicemente delegarle a un’organizzazione internazionale.
Signore e Signori,
anche la comunità internazionale beneficia della forza interna, del benessere e della stabilità dei singoli Stati. Solo un Paese forte sul piano interno può essere veramente solidale e contribuire al successo della comunità internazionale. Ma anche come comunità internazionale dobbiamo impegnarci di più.
In questo momento in particolare, anche le Nazioni Unite devono sottoporsi a un esame critico: sono ancora in grado di svolgere la loro funzione come deciso il 25 giugno 1945 a San Francisco dai 50 Stati che hanno adottato la Carta delle Nazioni Unite?
Anche il multilateralismo sta subendo sconvolgimenti senza precedenti. Questi sono caratterizzati da una recrudescenza delle violazioni del quadro normativo e dei principi e valori alla base dell’azione multilaterale. Dialogo, cooperazione, ricerca del consenso, rispetto del diritto internazionale e uguaglianza sovrana degli Stati, a prescindere dalle loro dimensioni, dal loro peso economico o politico: sono questi i principi e i valori definiti 80 anni fa nella Carta delle Nazioni Unite, che la Svizzera chiede ora a tutti gli Stati di sostenere nuovamente con fermezza.
Questo prima di qualsiasi riflessione su riforme e misure di efficienza volte a rafforzare l’impatto della nostra azione nei tre piastri dell’organizzazione. Appoggiamo pienamente il programma di riforma ONU80 del Segretario generale. Ogni nostra decisione deve essere finalizzata a rafforzare l’efficienza, la coerenza, l’agilità e l’impatto dell’azione multilaterale. È essenziale un approccio strutturato e ragionato teso a definire insieme l’ONU del futuro. Ogni riforma deve avere lo scopo di rafforzare l’impatto dell’operato dell’ONU a medio e lungo termine.
Vi garantisco che la Svizzera continua a impegnarsi a favore degli sforzi riformativi, di un’organizzazione più efficiente dell’ONU e di un multilateralismo sostenibile, in veste sia di Stato sede dell’Organizzazione, sia di membro impegnato.
Eccellenze,
Signore e Signori,
oggi non siamo nella situazione in cui ci trovavamo 80 anni fa. Ci troviamo nel mezzo di una fase critica e il prossimo capitolo di storia non è ancora stato scritto. Ciò significa anche che abbiamo la possibilità di contribuire attivamente a dargli forma.
Cito un superstite di Auschwitz, lo scrittore italiano Primo Levi: «È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire».
Ma non per forza deve accadere di nuovo. Anzi, non può accadere di nuovo.È questo il motivo per cui 80 fa sono state istituite le Nazioni Unite. È questo il motivo per cui oggi ci troviamo qui. Sta a noi fare in modo che questa nuova svolta epocale, di cui tutti parlano, sia positiva come lo è stata quella di 80 anni fa.
Non pecchiamo di presunzione e indolenza, ma rimbocchiamoci le maniche, sia a casa nostra, sia insieme come Nazioni Unite.
Consigliera federale Karin Keller-Sutter

Anno presidenziale 2025
Karin Keller-Sutter sarà la presidente della Confederazione nel 2025.

Biografia
La consigliera federale Karin Keller-Sutter è a capo del Dipartimento federale delle finanze da gennaio 2023.

Foto autografata
Ordinare una cartolina autografata dalla Presidente della Confederazione svizzera.

Interviste e contributi
Selezione di interviste della Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter.

Discorsi
I discorsi della presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter in versione integrale.