Giornata dell’Europa
Message de la présidente de la Confédération à l’occasion de la Journée de l’Europe, le 5 mai 2025

Quattro anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il 5 maggio 1949, dieci Paesi europei «irremovibilmente legati ai valori spirituali e morali, che sono patrimonio comune dei loro popoli e fondamento dei principi di libertà personale, libertà politica e preminenza del Diritto, dai quali dipende ogni vera democrazia» decisero a Londra di istituire il Consiglio d’Europa.
La citazione figura nello Statuto del Consiglio d’Europa, organo che oggi conta altri 36 Paesi membri, tra cui la Svizzera dal 1963.
Anche se sono trascorsi 76 anni, vale ancora la pena ricordare la situazione in cui si trovava il mondo in quel momento. L’Europa era profondamente ferita: non era solo ridotta fisicamente in macerie, ma anche moralmente distrutta. Con il brutale sterminio di milioni di persone, compreso quello mirato di sei milioni di ebrei, i nazionalsocialisti hanno rivelato il lato più oscuro della natura umana. Non sappiamo cosa sarebbe l’Europa oggi se gli Alleati – Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Unione sovietica – non avessero vinto la guerra.
All’epoca, vista la devastazione generale, era probabilmente più facile credere in un futuro migliore: non solo dal punto di vista politico, come espresso nell’impegno del Consiglio d’Europa a favore della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti dell’uomo, ma anche sotto il profilo economico. Al miglioramento economico ha contribuito, non da ultimo, il «Piano Marshall», che gli Stati Uniti avevano elaborato un anno prima per la ricostruzione dell’Europa. La sua efficacia non fu tanto dovuta ai mezzi finanziari stanziati quanto alla promozione di riforme che liberalizzarono il commercio e aprirono la strada all’economia di mercato.
Per quanto oggi sia nuovamente sotto pressione in tutto il mondo, la democrazia rimane la migliore forma di governo possibile. Come affermato nel 1938 dallo scrittore tedesco Thomas Mann durante l’esilio negli Stati Uniti nell’intervento «Della certa vittoria della democrazia», la democrazia deve essere definita come quella forma di governo e di società che, prima di ogni altra, si ispira al sentimento e alla consapevolezza della dignità dell’essere umano.
Tuttavia, la democrazia crea fiducia e ne beneficia solo se è in grado di garantire sicurezza e benessere. È questa la ragion d’essere di ogni Stato. La promozione di una cultura democratica vissuta, la garanzia di diritti e libertà fondamentali e il rafforzamento di un ordinamento economico liberale non possono essere delegati a un’organizzazione internazionale.
Proprio in un momento in cui l’ordine internazionale basato su norme è nuovamente messo in discussione e un membro del Consiglio d’Europa subisce per il quarto anno consecutivo la violenza della guerra condotta dalla Russia, il Consiglio d’Europa continua a rivestire un’importanza centrale quale luogo di dialogo e ponte tra le molteplici culture europee.
Al vertice di Reykjavik i capi di Stato e di Governo dei 46 Stati membri hanno elaborato una nuova visione politica per il Consiglio d’Europa, hanno ribadito il proprio impegno ad adempiere i compiti fondamentali e hanno incaricato l’organo di affrontare in modo mirato le sfide attuali delle nostre società europee.
Volgendo lo sguardo all’anno dell’istituzione del Consiglio d’Europa possiamo affermare che la democrazia non è mai solo un elemento contemporaneo, ma deve rimanere sempre un progetto orientato al futuro se non vogliamo che finisca per diventare Storia.
Consigliera federale Karin Keller-Sutter

Anno presidenziale 2025
Karin Keller-Sutter sarà la presidente della Confederazione nel 2025.

Biografia
La consigliera federale Karin Keller-Sutter è a capo del Dipartimento federale delle finanze da gennaio 2023.

Foto autografata
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Interviste e contributi
Selezione di interviste della Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter.

Discorsi
I discorsi della presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter in versione integrale.