Il Consiglio federale respinge l’iniziativa popolare «Imposta sull'energia invece dell'IVA»

Berna, 29.05.2013 - Il Consiglio federale respinge senza controprogetto l’iniziativa popolare «Imposta sull'energia invece dell'IVA». Esso accoglie favorevolmente l’orientamento dell'iniziativa atto a realizzare gli obiettivi della politica energetica e climatica utilizzando un sistema d'incentivazione. Respinge però l’iniziativa a causa dell’abolizione dell’imposta sul valore aggiunto e dell’orientamento della tassa sull’energia sulle entrate dell’IVA. In data odierna, il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di elaborare un messaggio a sostegno della reiezione dell’iniziativa popolare.

L'iniziativa del partito Verde-Liberale (PVL) chiede l'introduzione di un'imposta sulle energie non rinnovabili (petrolio, gas, benzina ecc.) e contestualmente l'abolizione dell'imposta sul valore aggiunto. L'iniziativa popolare persegue obiettivi simili a quelli della Strategia energetica 2050 del Consiglio federale e mira alla transizione graduale pianificata verso un sistema d'incentivazione per la realizzazione degli obiettivi della politica energetica e climatica. Nonostante lo stesso orientamento, in alcuni punti essenziali dell'esecuzione la proposta del PVL non coincide con i piani del Consiglio federale.

Orientamento indesiderato della tassa sull'energia sulle entrate dell'IVA

Secondo il Consiglio federale non è auspicabile che l'ammontare della tassa sull'energia si orienti sulle entrate dell'imposta sul valore aggiunto. Per finanziare le amministrazioni pubbliche sarebbero necessarie tasse sull'energia molto elevate che supererebbero di molto la misura giustificabile di una politica energetica e climatica. Secondo l'iniziativa popolare, l'ammontare della tassa sull'energia si orienterebbe esclusivamente sulle entrate attuali dell'imposta sul valore aggiunto ma non sugli obiettivi energetici e climatici. I calcoli svolti su mandato della Confederazione mostrano che gli obiettivi della Strategia energetica 2050 potrebbero essere raggiunti tramite aliquote della tassa sull'energia nettamente più basse rispetto a quelle richieste dagli iniziativisti.

L'abolizione dell'IVA non è sensata

Sotto il profilo dell'efficienza, l'abolizione dell'IVA non è sensata. L'imposta sul valore aggiunto è la maggiore fonte di entrate della Confederazione e sarà sempre più importante anche per il finanziamento delle assicurazioni sociali. Essa è considerata internazionalmente sia come un'imposta efficiente con ripercussioni economiche meno sfavorevoli rispetto alle imposte dirette (ad es. imposte sul reddito o sull'utile) o ai tributi a favore delle assicurazioni sociali. In rapporto ai suoi proventi, i suoi costi di esecuzione sono esigui. Nell'ottica delle imprese, la sostituzione dell'IVA con un'imposta sull'energia sarebbe svantaggiosa. A prescindere dai costi amministrativi e dalla tassa occulta (tutte le imposte precedenti che non possono essere dedotte dalle imprese) le imprese sono oggi appena toccate dall'IVA, dato che di norma riescono a trasferirla al consumatore. Per di più, le esportazioni sono esenti dall'imposta sul valore aggiunto cosicché la competitività internazionale non ne è pregiudicata. Un'imposta sull'energia graverebbe per contro anche sull'economia di esportazione. Inoltre, l'IVA è meno regressiva della tassa sull'energia. Una sostituzione dell'IVA con una tassa sull'energia graverebbe in modo sovraproporzionale anche le economie domestiche con un reddito basso.

L'iniziativa dovrebbe essere attuata rapidamente

Secondo gli iniziativisti, la sostituzione dell'IVA con la tassa sull'energia dovrebbe avvenire in un determinato momento o entro un termine di pochi anni. Una simile modifica rapida e significativa dei relativi prezzi comporterebbe squilibri economici. Il rincaro dei vettori energetici può avvenire solo progressivamente su un lungo periodo. Alle imprese ed economie domestiche deve essere concesso il tempo necessario per adeguarsi ai prezzi più elevati. Solo in questo modo si possono evitare ripercussioni economiche e di politica sociale negative dovute alla tassa sull'energia.

La tassa d'incentivazione nel quadro della Strategia energetica 2050

Il 25 maggio 2011 il Consiglio federale ha deciso l'abbandono graduale dell'energia nucleare. Nel contempo, gli obiettivi climatici attuali devono essere ulteriormente perseguiti e bisogna preservare un'elevata sicurezza di approvvigionamento elettrico. Per raggiungere questi obiettivi il Governo punta, nella prima fase della Strategia energetica 2050, sul rafforzamento delle misure di promozione. In una seconda fase, a partire dal 2021, questo sistema di promozione dovrà essere sostituito gradualmente dal sistema d'incentivazione con una tassa sull'energia. D'intesa con altri dipartimenti, il DFF e il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) stanno elaborando proposte riguardo alla transizione dal sistema di promozione a quello di incentivazione nonché le diverse possibili varianti del sistema di incentivazione che sottoporranno al Consiglio federale entro l'autunno del corrente anno. Successivamente, nel quadro di una consultazione queste proposte verranno discusse con i gruppi d'interesse e le cerchie economiche e scientifiche.

Ulteriore modo di procedere

D'intesa con il Dipartimento federale dell'interno (DFI), il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), il DATEC e il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR), il DFF è incaricato di elaborare un messaggio a sostegno della reiezione dell'iniziativa popolare dei Verdi liberali e di sottoporlo al Consiglio federale al più tardi entro il 20 novembre 2013. Parallelamente, il DFF e il DATEC proseguono i previsti lavori di preparazione della possibile impostazione del sistema di incentivazione, cosicché da sottoporre al Consiglio federale nell'estate del 2014 un avamprogetto da porre in consultazione.


Indirizzo cui rivolgere domande

Serge Gaillard, direttore dell’Amministrazione federale
delle finanze (AFF), tel. 031 322 60 05

Martin Baur, capo Analisi economica e consulenza, Amministrazione federale delle finanze (AFF), tel. 031 322 61 72


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