Il Consiglio federale intende potenziare la crescita con un'imposta sul valore aggiunto semplice

Berna, 24.06.2010 - Il Consiglio federale ha approvato ieri il messaggio aggiuntivo al messaggio concernente la semplificazione dell'imposta sul valore aggiunto (IVA). Come già previsto nel messaggio del mese di giugno del 2008, le attuali tre aliquote d'imposta dovranno essere sostituite da un'aliquota unica e la maggior parte delle esclusioni dall'imposta eliminata. Questa semplificazione potenzia la piazza economica svizzera e favorisce la crescita e il benessere.

Per le imprese contribuenti la nuova legge sull'IVA in vigore dall'inizio del 2010 (ossia la prima parte della riforma IVA) comporta semplificazioni e maggiore sicurezza giuridica. Con l'aliquota unica e la soppressione della maggior parte delle esclusioni dall'imposta attualmente in vigore è possibile semplificare ulteriormente l'IVA. La proposta aliquota unica del 6,2 per cento e l'abrogazione delle attuali 29 prestazioni escluse dall'imposta evita diversi complessi problemi di delimitazione. In occasione dell'approvazione della prima parte della riforma IVA, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno apportato modifiche essenziali rispetto al progetto iniziale del Consiglio federale. Questo fatto ha cambiato la situazione di partenza per l'introduzione dell'aliquota unica e la soppressione delle esclusioni. Il messaggio aggiuntivo ne tiene conto.  

Sebbene l'onere fiscale gravante le derrate alimentari e le bevande non alcoliche nonché i settori cultura, sport, formazione, alberghiero e della sanità aumenti, i consumatori approfittano di agevolazioni fiscali in numerosi altri settori come ad esempio quello dei trasporti pubblici. Anche per gli acquisti di apparecchi elettronici, automobili, mobili, capi d'abbigliamento, benzina, olio da riscaldamento o dei pasti consumati al ristorante l'onere fiscale dei consumatori si riduce. Oggigiorno, le uscite per le derrate alimentari e le bevande non alcoliche ammontano ancora in media solo al 7 per cento delle uscite complessive di un'economia domestica, mentre ad esempio le uscite per i trasporti e le telecomunicazioni sono in costante aumento. Attualmente ammontano al 12 per cento del budget medio di un'economia domestica.

Aliquota d'imposta unica del 6,2 per cento

Un'aliquota unica garantisce la parità di trattamento di tutti i settori economici e gruppi d'interesse. Essa aumenta inoltre la trasparenza. L'aliquota unica sopprime le difficoltà di delimitazione tra le prestazioni assoggettate all'aliquota normale e quelle imposte con l'aliquota ridotta. Anche le imprese che attualmente devono applicare due o addirittura tre aliquote d'imposta differenti, beneficeranno dell'aliquota unica.

In base alle cifre più recenti, l'aliquota unica neutra sotto il profilo dei proventi è maggiore di 0,1 punti percentuali rispetto al messaggio del 25 giugno 2008 e ammonta ora al 6,1 per cento arrotondato. Questa percentuale adeguata di 0,1 punti percentuali per il finanziamento del correttivo di politica sociale passa al 6,2 per cento. In tal modo le economie domestiche in condizioni economiche modeste non sono confrontate a breve termine con nessun maggior onere.  

Soppressione di esclusioni

Con la soppressione di 21 delle 29 esclusioni dall'imposta si eliminano complessi problemi di delimitazione. Esempio: attualmente un corso di aerobica è assoggettato all'IVA, mentre un corso di sci no. Continueranno ad esservi esclusioni dove l'onere amministrativo non assume dimensioni sproporzionate rispetto al ricavo o dove tecnicamente oggi è praticamente impossibile stabilire in modo corretto la base di calcolo dell'imposta. In particolare si tratta delle seguenti prestazioni escluse:

  • prestazioni di servizi finanziari e assicurativi;
  • scommesse, lotterie e altri giochi d'azzardo;
  • vendita e locazione di immobili;
  • produzione naturale (agricoltura, silvicoltura ecc.)
  • prestazioni all'interno della medesima collettività pubblica.

Le società sportive o culturali che non perseguono uno scopo lucrativo e sono gestite a titolo onorifico e le istituzioni di utilità pubblica non sono assoggettate all'imposta fintanto che le loro entrate da prestazioni imponibili non superino 300 000 franchi all'anno. Nonostante la soppressione delle esclusioni dall'imposta, il numero delle associazioni tenute ad allestire il rendiconto non aumenterà. Il volontariato non viene ostacolato.

Crescita grazie alla semplificazione

Più semplice è l'IVA maggiori sono i benefici per l'economia pubblica. Secondo la perizia dell'economista Frank Bodmer l'introduzione di un'aliquota unica di IVA e la riduzione delle operazioni escluse produrranno a lungo termine un'ulteriore crescita del prodotto interno lordo (PIL)[1]. La perizia presuppone una crescita dello 0,3 fino allo 0,8 per cento, ossia un aumento di 1,6 fino a 4,3 miliardi di franchi in base ai valori del PIL del 2008. Anche per il reddito disponibile delle economie domestiche in termini reali risultano ripercussioni positive. A lungo termine si calcola una crescita supplementare dello 0,1 fino allo 0,7 per cento. Ripartito su tutte le economie domestiche, ciò corrisponde a un aumento di 0,4 fino a 2,5 miliardi di franchi. In media, l'aumento di reddito di un'economia domestica dovrebbe situarsi tra 120 e 750 franchi all'anno. A corto termine, la crescita sarà contrapposta da oneri supplementari di 70 franchi all'anno in media per le economie domestiche nazionali[2]. Per la congiuntura e le economie domestiche, ma anche da un punto di vista a corto termine, l'aliquota unica comporta meno oneri supplementari rispetto all'aumento limitato nel tempo dell'aliquota IVA a favore dell'AI decisa da Popolo e Cantoni il 27 settembre 2009.

Diminuzione delle spese amministrative

Con la riforma, anche la tassa occulta, dovuta a imposte precedenti non deducibili, diminuisce di circa 2,4 miliardi di franchi all'anno. L'onere fiscale diventa più trasparente e gli svantaggi concorrenziali vengono alleviati. Dato che con l'aliquota unica e la soppressione delle esclusioni dall'imposta si evitano problemi di delimitazione onerosi e con effetti di distorsione della concorrenza, le imprese assoggettate possono diminuire i loro prezzi e aumentare la cifra d'affari. Secondo uno studio eseguito su incarico della Segreteria di Stato dell'economia (SECO), rispetto alla nuova legge sull'IVA entrata in vigore il 1° gennaio 2010 le spese amministrative dell'economia possono essere ulteriormente ridotte dell'11 per cento grazie all'aliquota unica e alla soppressione delle esclusioni dall'imposta. Per le imprese già oggi assoggettate questo significa addirittura una riduzione fino al 18 per cento[3].

Con l'aliquota unica circa 285 000 delle 330 000 imprese assoggettate potrebbero imporre le loro prestazioni a un'aliquota inferiore. D'altro canto, la soppressione delle esclusioni dall'imposta determina un aumento dei contribuenti, di cui la maggior parte è attiva nel settore sanitario. Si prevede un numero massimo di 30 000 nuovi assoggettati.

L'aliquota unica favorisce le classi di reddito inferiori

Diverse inchieste indicano che un'aliquota ridotta non è ragionevole sotto il profilo della politica ridistribuiva e costituisce un sussidio "ad innaffiatoio". In termini assoluti, le classi di reddito superiori beneficiano molto di più delle aliquote ridotte rispetto alle classi di reddito inferiori. Per ogni franco destinato a diminuire l'onere fiscale delle classi a basso reddito, per esempio negli acquisti di generi alimentari e bevande analcoliche, diminuisce contemporaneamente di due franchi l'onere fiscale delle classi ad alto reddito. Anche l'indipendente Controllo federale delle finanze consiglia, dopo un'analisi delle ripercussioni dell'IVA, di non compensare più a lungo nel tempo, attraverso riduzioni fiscali sugli alimentari, gli effetti di aggravio politicamente indesiderati di questa imposta[4].

Quale misura orientata agli obiettivi ed efficiente, l'aliquota ridotta deve essere sostituita dal correttivo di politica sociale, che si situa al di fuori del sistema di imposta sul valore aggiunto e sgrava di 355 milioni di franchi all'anno le economie domestiche in condizioni economiche modeste.

Ripercussioni per Confederazione, Cantoni e Comuni

L'aliquota unica non dovrebbe avere ripercussioni sulle entrate dell'IVA. In base alle cifre più recenti, l'aliquota neutra sotto il profilo dei proventi ammonterebbe al 6,061 per cento e tenendo conto del finanziamento aggiuntivo dell'AI al 6,379 per cento. Secondo principi matematici tale aliquota è arrotondata rispettivamente al 6,1 e al 6,4 per cento. L'arrotondamento al 6,4 per cento comporta un'eccedenza di entrate di 70 milioni di franchi. Con l'aggiunta di 0,1 punti percentuali per il finanziamento del correttivo di politica sociale, l'aliquota unica sale infine al 6,5 per cento. Dato che a seguito dello sgravio amministrativo delle imprese dovuto alla parte A della riforma sono derivate, rispettivamente sono ancora da attendersi minori entrate di 515 milioni di franchi, nel complesso risultano però chiaramente minori entrate.

La prosecuzione della revisione totale permette tra l'altro una riduzione del dispendio amministrativo per la Confederazione. Mentre quest'ultimo con la nuova legge corrisponde a circa 30 posti a tempo pieno, l'aliquota unica e la soppressione delle esclusioni permetterà di compensare questo onere supplementare e in seno all'AFC potranno essere risparmiati una trentina di posti.

Attraverso riduzioni di premi delle casse malati e sussidi supplementari, la riforma grava i Cantoni nella misura di circa 267 milioni di franchi. Allo stesso tempo i Cantoni approfittano della riforma in quanto grazie all'aliquota d'imposta più bassa possono risparmiare annualmente 155 milioni di franchi a titolo d'imposta sulle loro acquisizioni. I Comuni vengono sgravati di circa 145 milioni di franchi all'anno.

[1] Frank Bodmer, Die volkswirtschaftlichen Auswirkungen der MWST und einiger Reformszenarien, Schlussbericht del 27 aprile 2007. I calcoli presuppongono un'aliquota unica del 6,0 %. Con il 6,2 % ora previsto e un correttivo di politica sociale a favore delle economie domestiche in condizioni economiche modeste, le ripercussioni positive sulla crescita economica sono tuttavia un po' meno positive.
[2] Ciò corrisponde all'onere supplementare delle economie domestiche nazionali con aliquota unica neutra sotto il profilo dei proventi del 6,1 % e può quindi essere paragonato agli effetti a lungo termine secondo la perizia Bodmer.
[3] Rambøll Management GmbH: Messung der Bürokratiekosten der Mehrwertsteuer-Gesetzgebung auf Basis des Standard-Kosten Modells, 2007, pag. 6
[4] Controllo federale delle finanze, Tiefere Mehrwertsteuersätze als Steuervergünstigung - Evaluation des reduzierten Satzes für Lebensmittel und verwandte Bereiche, Berna 2007.


Indirizzo cui rivolgere domande

Claudio Fischer, capo del progetto riforma dell'IVA, Amministrazione federale delle contribuzioni, tel. 031 325 84 20



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