Regolamentazione «too big to fail» (TBTF)

In Svizzera la regolamentazione «too big to fail» (TBTF) è disciplinata dal 2012 dalla legge sulle banche. Quali sono le sue conseguenze? Che cosa è cambiato con la regolamentazione TBTF?

Dal 1° marzo 2012 la regolamentazione «too big to fail» (TBTF) in Svizzera è disciplinata nella legge dell’8 novembre 1934 sulle banche conformemente alle raccomandazioni del Financial Stability Board (FSB).

Le esigenze poste alle banche di rilevanza sistemica comprendono pretese più elevate in materia di capitale, di liquidità e di capacità di liquidazione.

Dal 2015 la regolamentazione TBTF viene regolarmente sottoposta a verifica e adeguata all’occorrenza, come avvenuto con la revisione dell’ordinanza sulla liquidità entrata in vigore il 1° luglio 2022.

Cos’è cambiato con la regolamentazione TBTF?

  • La regolamentazione TBTF ha portato a un sensibile aumento del volume e della qualità del capitale proprio, rafforzando la resistenza delle banche svizzere.

  • La loro resilienza ha dato prova di sé durante la pandemia, anche nel caso di Credit Suisse, i cui problemi di liquidità, senza il cuscinetto TBTF, sarebbero emersi già prima.

  • Inoltre, grazie alle misure TBTF, anche in caso di fallimento le funzioni di rilevanza sistemica per la Svizzera verrebbero mantenute.

Perché l’attività svizzera di Credit Suisse non è stata scorporata come previsto nella regolamentazione TBTF?

  • In considerazione delle tensioni che attualmente attraversano i mercati finanziari in tutto il mondo, il Consiglio federale e le autorità di vigilanza hanno giudicato questo scenario più rischioso rispetto ad altre opzioni.

  • Prima di tutto, in un contesto estremamente fragile, avrebbe potuto innescare una crisi finanziaria internazionale, con un impatto enorme sulla piazza finanziaria svizzera.

  • Inoltre, la fiducia della clientela nei confronti della banca era compromessa al punto che uno scorporo avrebbe comportato grandi rischi anche per l’attività svizzera.

  • In terzo luogo, vi era un’alternativa che presentava molti meno rischi sul piano economico e finanziario: l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS.

Come si inserisce nel sistema il dispositivo «public liquidity backstop» (PLB)?

  • Il dispositivo PLB, raccomandato dal FSB e già adottato da vari Stati, non è contemplato nella regolamentazione TBTF svizzera. La sua introduzione era già prevista al momento della crisi di Credit Suisse, ma non aveva ancora trovato applicazione.

  • Il PLB completa il sostegno straordinario di liquidità («emergency liquidity assistance», ELA) già esistente, nel caso in cui quest’ultimo non fosse sufficiente per garantire la liquidità di una banca solvibile.

  • Il Consiglio federale ha introdotto il PLB mediante ordinanza di necessità il 16 marzo 2023. Di conseguenza, Credit Suisse ha potuto ottenere dalla Banca nazionale svizzera un mutuo a sostegno della liquidità con garanzia della Confederazione in caso di dissesto dell’ordine di 100 miliardi di franchi.

Quali sono le prossime tappe?

  • Nel mese di settembre del 2023 il Consiglio federale ha adottato all’attenzione del Parlamento il messaggio concernente l’introduzione del PLB nel diritto ordinario. 

  • Inoltre, il DFF esaminerà nel dettaglio le circostanze che hanno reso necessario il pacchetto di misure straordinario e valuterà accuratamente anche la regolamentazione TBTF. I lavori comprendono anche diversi mandati di verifica che il Consiglio federale ha ricevuto dal Parlamento.

  • I risultati saranno presentati al Parlamento nella primavera del 2024 nel quadro del prossimo rapporto del Consiglio federale sulle banche di rilevanza sistemica.

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Ultima modifica 12.03.2024

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