Il Consiglio federale adotta il messaggio concernente l’esenzione dalla tassa di negoziazione delle cosiddette «fiduciarie statiche»

Berna, 15.02.2017 - Le società fiduciarie italiane volte a garantire la riscossione dell’imposta (fiduciarie statiche) devono essere esentate dalla tassa di negoziazione. Questo è quanto ha deciso il Consiglio federale in occasione della sua seduta del 15 febbraio 2017 adottando il relativo messaggio. Se il Parlamento dovesse approvare il disegno, le banche svizzere che gestiscono patrimoni italiani non saranno più svantaggiate da un’imposizione multipla della tassa di negoziazione. Ciò rafforzerebbe la competitività, in particolare quella delle banche nel Cantone Ticino.

Con la modifica di legge proposta, le organizzazioni interposte tra i clienti all’estero e la loro banca svizzera ai fini della garanzia dell’imposta non saranno più assoggettate alla tassa di negoziazione. Secondo il disegno di legge, le organizzazioni considerate possono garantire esclusivamente gli obblighi di notifica e tributari del cliente nel proprio Stato di domicilio e non possono fornire nessun’altra prestazione patrimoniale. Inoltre, devono soggiacere ad un obbligo di autorizzazione o di controllo statale. Nell’ottica attuale, nella prassi solo le fiduciarie statiche italiane rientreranno nel campo d’applicazione di questa disposizione. Attualmente le transazioni di titoli di clienti italiani titolari di un deposito bancario in Svizzera rappresentati da una fiduciaria statica sono assoggettate più volte alla tassa di negoziazione. L’esenzione da questa tassa permette quindi di eliminare uno svantaggio concorrenziale per le banche svizzere.

La modifica di legge proposta dal Consiglio federale si rifà alla mozione Abate (13.4253) «Riconoscimento delle fiduciarie statiche quali agenti di borsa», che le Camere federali hanno trasmesso al Consiglio federale nel 2014. In occasione della consultazione effettuata nel 2016 l’avamprogetto è stato approvato quasi all’unanimità.

Ripercussioni finanziarie

Secondo una visione statica, per la Confederazione la nuova esenzione fiscale soggettiva implicherebbe una diminuzione del gettito della tassa di negoziazione dell’ordine di 10 milioni di franchi. Il miglioramento della competitività delle banche in Svizzera potrebbe tuttavia comportare un ampliamento delle operazioni di amministrazione patrimoniale per i clienti italiani. Si prevede pertanto una compensazione delle minori entrate nel medio-lungo termine.


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