L’«Iniziativa per imposte eque» è nociva e inutile

Berna, 06.10.2010 - Il Consiglio federale e i Governi cantonali respingono la cosiddetta «Iniziativa per imposte eque». In data odierna il consigliere federale Hans-Rudolf Merz, il presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDCF) Christian Wanner e il membro della delegazione della Conferenza dei Governi cantonali (CdC) Luigi Pedrazzini hanno esposto i motivi del rifiuto. L’iniziativa mette in discussione la concorrenza fiscale e riduce la sovranità dei Cantoni in materia di imposizione. Essa riduce l’attrattiva di piazza dell’economia nazionale svizzera e compromette quindi i posti di lavoro e il benessere.

Il 6 maggio 2008 è stata depositata l'iniziativa popolare «Per imposte eque. Basta con gli abusi nella concorrenza fiscale (Iniziativa per imposte eque)». L'iniziativa chiede che la Costituzione federale sia completata con esigenze minime relative alle aliquote fiscali applicabili alle persone fisiche. Il Consiglio federale e i Governi cantonali respingono l’iniziativa senza controprogetto.

In data odierna il consigliere federale Hans-Rudolf Merz, Christian Wanner, presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDCF) e direttore delle finanze del Cantone di Soletta, come pure Luigi Pedrazzini, membro del comitato direttivo della Conferenza dei Governi cantonali (CdC) e presidente del Consiglio di Stato del Cantone Ticino, in occasione di una conferenza stampa hanno esposto le ragioni del loro rifiuto.

Motivi del rifiuto

Il Consiglio federale e i Governi cantonali ritengono l’iniziativa inutile. Esistono già strumenti per contenere la concorrenza fiscale entro limiti adeguati, come ad esempio la Nuova impostazione della perequazione finanziaria. Inoltre, l’obiettivo di vietare le aliquote fiscali decrescenti rivendicato dall’iniziativa è già stato raggiunto.

Secondo l’Esecutivo e i Governi cantonali l’iniziativa mette in discussione la concorrenza fiscale e riduce la sovranità dei Cantoni in materia di imposizione. In tal modo reca danni a tutta la Svizzera, compromettendo l’attrattiva della piazza economica. In caso di accettazione dell’iniziativa i Cantoni perderebbero la possibilità di posizionarsi secondo le loro esigenze regionali nel quadro della concorrenza fiscale e della concorrenza tra piazze economiche. Ciò reca danni all’attrattiva della piazza svizzera. Inoltre limitando la concorrenzialità i Cantoni non sarebbero più tenuti a offrire un rapporto prezzo-prestazioni ottimale, ossia una combinazione vantaggiosa tra prestazioni pubbliche e un onere fiscale possibilmente basso che potrebbe provocare un aumento generalizzato delle imposte.


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