«Modifica della legge federale sulle tasse di bollo» (Abolizione della tassa d’emissione)

In occasione della votazione popolare del 13 febbraio 2022 la Modifica della legge federale sulle tasse di bollo è stata respinta in modo chiaro dal 62,7 per cento dei votanti.

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Un’impresa che intende svilupparsi deve investire. A tal fine, generalmente l’impresa si procura capitale proprio supplementare. Attualmente la Confederazione preleva una cosiddetta tassa d’emissione sull’uno per cento del capitale acquisito se questo è superiore a un milione di franchi.

Il Consiglio federale e il Parlamento intendono abolire la tassa d’emissione. Al fine di rafforzare la crescita economica, le imprese devono potersi procurare nuovo capitale proprio senza pagare imposte su questi fondi.

L’abolizione della tassa d’emissione andrebbe a beneficio, in particolare, delle giovani imprese in forte crescita. Ridurre i costi degli investimenti consentirebbe alle imprese di utilizzare i fondi per svilupparsi. Quest’abolizione crea o garantisce posti di lavoro e genera quindi redditi. In questo modo si rafforza l’attrattiva della piazza svizzera, promuovendo la crescita economica.

La riforma produce minori entrate che la Confederazione è in grado di sostenere e che nel tempo sarebbero compensate dagli impulsi di crescita. Il Consiglio federale e il Parlamento adottano una visione di lungo termine, dal momento che la prevista riforma fiscale dell’OCSE ridurrà il vantaggio competitivo basato su una bassa imposizione dell’utile. L’abolizione della tassa d’emissione permetterebbe di rafforzare in modo mirato altri fattori che concorrono all’attrattività della piazza svizzera, poiché le imprese verrebbero esentate da oneri. In questo modo la Svizzera rimane un Paese fiscalmente interessante.

Contro questo progetto è stato lanciato il referendum. Secondo gli oppositori, sarebbero soprattutto le grandi imprese a beneficiare di questa esenzione.


Dossier

Punti fondamentali del progetto

La tassa d’emissione è disciplinata nella legge federale del 27 giugno 1973 sulle tasse di bollo (LTB). Essa è dovuta quando le imprese acquisiscono capitale proprio. Ad esempio, se un’impresa emette azioni, sul loro valore la Confederazione preleva una tassa d’emissione, che deve essere pagata quando

  • viene costituita una nuova impresa, oppure
  • quando un’impresa esistente aumenta il suo capitale proprio.

La tassa ammonta all’uno per cento del capitale acquisito e viene riscossa su importi superiori a un milione di franchi. Per contro, se un’impresa acquisisce capitale di terzi, ad esempio un credito, non deve pagare alcuna tassa d’emissione.
Sulla base della entrate registrate negli ultimi 20 anni, le minori entrate per i poteri pubblici sono stimate a circa 250 milioni di franchi all’anno. Soltanto la Confederazione ne subirebbe le conseguenze, i Cantoni e i Comuni non sarebbero interessati dalla misura. Dalla riforma la Confederazione si attende impulsi di crescita per la piazza economica svizzera, che dovrebbero compensare le minori entrate temporanee.

Contro questo progetto è stato lanciato il referendum. Secondo il comitato referendario, sarebbero soprattutto le grandi multinazionali attive a livello internazionale a beneficiare dell’abolizione della tassa d’emissione.

Il Consiglio federale e il Parlamento approvano l’abolizione della tassa d’emissione in particolare per i motivi esposti di seguito.

La tassa rincara gli investimenti. L’abolizione sgrava le imprese e rafforza la crescita economica e l’attrattiva della piazza svizzera. Quest’abolizione non andrebbe soltanto a vantaggio delle imprese, poiché crea o assicura posti di lavoro e genera quindi redditi. In altre parole, si creano entrate fiscali.

Con l’abolizione della tassa d’emissione le giovani imprese non verrebbero più svantaggiate. Le imprese che operano con successo da molto tempo possono finanziare i loro investimenti attraverso gli utili non distribuiti. Di norma, le giovani imprese non generano invece ancora abbastanza utile per poter finanziare gli investimenti necessari. Esse sono svantaggiate perché dipendono da nuovo capitale proprio.

Non dovendo pagare alcuna tassa d’emissione sui crediti, le imprese sono incentivate a finanziarsi in questo modo e quindi a indebitarsi. Spesso il finanziamento tramite crediti è più economico, ma i debiti comportano rischi sia per le imprese che per l’economia. Con l’abolizione della tassa si riduce il rischio d’indebitamento.

Inoltre, la tassa d’emissione grava ancora più fortemente sull’economia soprattutto in tempi di crisi. Per sopravvivere nei periodi di recessione, una parte delle imprese deve acquisire nuovo capitale proprio. Ciò è ingiusto, poiché gli investimenti finanziati con capitale proprio vengono rincarati dalla tassa d’emissione.

La Confederazione può sopportare le minori entrate di circa 250 milioni di franchi. Dalla riforma si aspetta impulsi di crescita per la piazza economica svizzera, che dovrebbero compensare le minori entrate temporanee.

Il Consiglio federale e il Parlamento adottano una visione di lungo termine, dal momento che la prevista riforma fiscale dell’OCSE ridurrà il vantaggio competitivo basato su una bassa imposizione dell’utile. L’abolizione della tassa d’emissione permetterebbe di rafforzare in modo mirato altri fattori che concorrono all’attrattiva della piazza svizzera. In questo modo la Svizzera rimane un Paese fiscalmente interessante.

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Ultima modifica 27.03.2024

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